Nel mondo del vino ogni stagione ha le sue caratteristiche e novembre è tutto un programma: le vigne entrano nella fase di riposo, mentre le cantine iniziano a riempirsi dell’odore impareggiabile del vino nuovo. L’undici novembre, poi, è San Martino, un’occasione che nella nostra terra continua ad avere il sapore della tradizione.
Il letargo delle vigne
Con l’inizio dell’autunno, che qui dalle nostre parti rimane caldo e morbido, le foglie dei filari cambiano colore e si tingono di sfumature novembrine, dal rosso-violaceo intenso al giallo luminoso.
Le vigne iniziano a spogliarsi e restano i tralci nudi, apparentemente senza vita. In realtà le viti stanno solo riducendo l’attività linfatica e preparandosi al successivo ciclo in cui torneranno a dare frutti.
I lavori in vigna non mancano mai, tanto meno d’autunno. In questa stagione ci dedichiamo alla potatura, necessaria per mantenere la produttività costante e l’equilibrio tra attività vegetativa della pianta e fruttificazione. Un passaggio essenziale per ottenere vini di alta qualità.
Così, mentre l’aria rinfresca, noi vegliamo con pazienza sulla vigna che riposa, in vista della prossima vendemmia.
San Martino: castagne e vino nuovo
San Martino qui in Sicilia è una vera e propria festa, un momento di gioia e condivisione (quest’anno con qualche difficoltà, certo, ma resta un gran bel giorno da celebrare con un buon calice di vino).
Per noi San Martino è un’occasione preziosa, legata a ricordi d’infanzia e a un rito importantissimo: l’assaggio del vino nuovo. Dopo un anno di cure e attenzioni alle nostre vigne, possiamo finalmente assaporare il nostro vino e condividerlo con chi ci aiuta tutti i giorni a produrlo.
Un rito, quello dell’assaggio del vino nuovo, accompagnato dal sole. Anche la leggenda racconta la famosa estate di San Martino: gli ultimi raggi estivi che accarezzano le spalle mentre l’autunno avanza e colora i vigneti.
Noi oggi ci concederemo un sorso (forse due) di vino nuovo, e addenteremo un sacco di crispeddi, dette anche sfingi, un dolce tipico della tradizione siracusana: delle palline di pasta fritta condita con uva passa o noci e una spolverata di zucchero. In una parola: buonissime!
Per noi, al di là della leggenda, l’undici novembre è un giorno di festa in cui si brinda, si gode dell’ultimo sole caldo, si mangiano caldarroste (che buone le caldarroste!) e si gustano dolci della tradizione.
E voi con cosa brinderete a San Martino?